Ricercatori della Vanderbilt University e della Pennsylvania University hanno valutato se l’effetto della terapia cognitiva fosse duraturo, ed hanno confrontato l’effetto prodotto dalla terapia cognitiva con quello del trattamento continuativo con il farmaco antidepressivo.
I pazienti che avevano risposto alla terapia cognitiva nel corso dello studio clinico controllato, randomizzato, hanno interrotto la terapia e sono stati confrontati per un periodo di 12 mesi con i pazienti responder al trattamento farmacologico che erano stati assegnati in modo random al trattamento continuativo con il farmaco.
I pazienti che nel corso della fase di trattamento farmacologico continuativo non hanno presentato recidive hanno interrotto il trattamento e sono stati tenuti sotto osservazione per altri 12 mesi.
Un totale di 104 pazienti ha risposto al trattamento antidepressivo ( 57,8% di coloro che avevano iniziato il trattamento ) e sono stati arruolati nella fase di trattamento continuativo.
La recidiva è stata definita come il ripresentarsi per almeno 2 settimane di sintomi in grado di incontrare i criteri della depressione maggiore, o punteggio alla scala HDRS ( Hamilton Depression Rating Scale ) uguale o superiore a 14 durante la fase di trattamento continuativo.
I pazienti che avevano interrotto la terapia cognitiva hanno presentato una minore probabilità a recidivare rispetto ai pazienti che avevano sospeso il trattamento farmacologico ( 30,8% vs 76,2%; p = 0,004 ), e nessuna maggiore probabilità a recidivare rispetto ai pazienti che erano rimasti in trattamento continuativo ( 30,8 versus 47,2%; p = 0,20 ).
I dati di questo studio hanno indicato che la terapia cognitiva ha un effetto duraturo, che si estende oltre il termine del trattamento, con un’efficacia che sembra essere paragonabile a quella dei pazienti trattati con farmaci antidepressivi. ( Xagena2005 )
Hollon SD et al, Arch Gen Psychiatry 2005; 62: 417-422
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